Anima quomodo agat in corpus, 1677-78
A VI 4, 1367
Come Dio nel mondo: ossia non al modo di un miracolo, ma secondo leggi meccaniche. Così se, per impossibile, fossero eliminate le menti e rimanessero le leggi della natura, accadrebbero le stesse cose che se vi fossero le menti e addirittura vi sarebbero libri scritti e letti da macchine umane che non intenderebbero nulla. In verità, però, bisogna sapere che è impossibile eliminare le menti facendo salve le leggi meccaniche. Le leggi meccaniche generali, infatti, sono decreti della volontà divina, mentre le leggi meccaniche speciali in ciascun corpo (che derivano da quelle generali) sono decreti dell’anima o della forma del corpo, tesa a conseguire il proprio bene, o la perfezione. E così Dio è la mente che indirizza tutto alla perfezione generale. Invece l’anima è quella forza senziente che in ciascuno tende alla perfezione speciale. Ma le anime sono nate mentre Dio imprimeva in ogni cosa (omnibus1)) uno sforzo verso la perfezione speciale, affinché da tale conflitto sorgesse la massima perfezione possibile. Ogni cosa, in tutta la natura può essere dimostrata sia mediante le cause finali, sia mediante le cause efficienti. La natura non fa nulla invano, la natura agisce sempre secondo le vie più brevi, purché siano regolari. Dunque le vie più brevi non vanno cercate sulle superfici rifrangenti stesse, bensì nelle tangenti. Ma questo è detto di passaggio. Le anime non agiscono nei corpi fuori dell’ordine. Neppure Dio lo fa nella natura, anche se appaiono cose che avvengono fuori dell’ordine, essendo costituite inizialmente le cose in modo che l’ordine generale comprenda un qualcosa di straordinario in specie.
— trad. ep 2012 Llab