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De systemate scientiarum, dopo il 1695
A IV 6, VE 541-43
La nostra Conoscenza è duplice: intorno ai singolari, o [conoscenza] di fatto, che è la Storia; intorno agli universali, o [conoscenza] di ragione, che è la Dottrina. Quella è di memoria e questa anche di giudizio; l’una e l’altra fanno l’Erudito, quella empirico, questa razionale.
La Dottrina è teoretica (intorno alla verità), che si può chiamare Scienza, o pratica (intorno all’Uso della verità per eseguire qualcosa), che in generale può dirsi Arte; e così la nuda scienza fa soltanto il sciente, l’applicazione fa anche l’artefice. Perciò i tedeschi, di ciò a cui non consegue un’applicazione, dicono: “es ist nur eine Wissenschaft”1).
La Filosofia, come la s’intende oggi, è un corpo di dottrina, o un sistema, e ha una parte teoretica e una pratica. La teoretica rimane all’interno della scienza, la pratica si estende all’arte della vita; inoltre, in quanto tratta del bene semplice, l’arte della vita è detta prudenza, ma dove tratta del sommo bene o della felicità è chiamata sapienza. E così i prudenti sono gli artigiani del vivere, ma i sapienti sono quelli che sono esercitati nell’arte di procurarsi la felicità.
Il sistema della scienza, ossia il corpo della filosofia teoretica, tratta o della verità in generale, ed è la Logica ovvero la filosofia razionale, o delle cose, ed è la Fisiologia, o filosofia naturale in senso ampio.
La Logica è, per dir così, la filosofia generale, che tratta delle verità e delle relazioni delle cose che le verità hanno per argomento e che, delle verità, sono i fondamenti. Le verità sono poi sia necessarie, sia contingenti, e sono conosciute sia dimostrativamente sia verosimilmente. A causa delle relazioni, ad essa appartiene la dottrina dell’identico e del diverso, del simile e del dissimile, dell’uno e dei molti, del necessario, del contingente, del possibile e dell’impossibile, della causa e dell’effetto, della combinatoria, mediante le quali le relazioni si rappresentano vicendevolmente, e della caratteristica o grammatica razionale.
Sono Cose i fenomeni (s’intendano quelli reali), ossia i sostanziati, e le sostanze vere e proprie. I Fenomeni sono reali, cioè bene ordinati (contrapposti ai sogni e ad altri inganni), o sono Enfatici, come l’arcobaleno e altri che sono esibiti dai sensi, e le stesse masse corporee. Sostanze invece sono Dio, lo Spirito, Io.
Intorno ai fenomeni conosciamo verità necessarie, come nella Matematica, o anche contingenti, come in fisica.
La Matematica concerne ciò che è necessario, dunque possibile o impossibile, nei fenomeni, ove alle verità logiche si aggiunge la dottrina del Continuo, ossia del tempo, dello spazio, della materia o massa e del moto.
La molteplicità, trasportata nel continuo, dà la grandezza. La molteplicità dei coesistenti, o il sito, applicato al continuo dà la figura. L’ordine dell’esistere, o il mutamento, applicato al continuo dà il moto. A questo, se lo si applica alla materia (ossia a ciò che resiste), si aggiungono l’impulso, la dilatazione e la compressione, la gravità o attrazione, la forza elastica o lo sforzo di dilatazione o compressione, e altri argomenti dei quali è possibile ragionare in base a un’ipotesi matematica.
La Fisica concerne le cose attuali e pertanto anche quelle contingenti. E così fa uso della Storia dei fenomeni e, da essi, ricava gli universali, applicandovi la matematica, e giunge alle leggi della natura, la cui ragione non è la necessità, bensì la convenienza.
La fisica è però parziale o totale; quella parziale è astrattiva generale, riguardo alle qualità, e concretiva, riguardo agli oggetti, cioè intorno agli oggetti omogenei, alle parti informi e grossolane, agli oggetti organizzati2). Quella totale è la cosmologia. La matematica procede come se la condensazione e rarefazione fossero vere, la fisica osserva che bastano quelle apparenti.
Delle Sostanze vere e proprie si occupa la Metafisica, nella quale si tratta dei princìpi delle cose (delle monadi, delle anime, degli spiriti), di Dio che è l’ultima ragione delle cose. Comprende dunque anche la Teologia. Qui dunque va anche la Teologia naturale, da combinare con quella rivelata.
La Filosofia pratica insegna a governare la volontà, ossia a perseguire il bene, e mostra inoltre l’uso di tutte le cose e le verità. Il tutto andrebbe riassunto qui, ovviamente secondo un nuovo ordine, ma sommariamente, applicandovi l’analisi che va dal fine ai mezzi e viceversa, come nella filosofia teoretica si procede dagli effetti alle cause e viceversa, e in entrambi i casi per mezzo della logica, che è l’arte delle analisi. Vi si unisce anche la teologia pratica, o della felicità eterna.
Infine l’Enciclopedia è il corpo di erudizione composto dalla storia e dalla dottrina. Qui vanno le tavole, gli indici, i trattati, i repertori, le biblioteche, la storia letteraria. A tutto vanno premessi dei prolegomeni.
— Trad. ep 2011 LLab